Le iniezioni di filler (in inglese “riempimento) rappresentano una valida alternativa – o un supporto – alla chirurgia plastica e servono a colmare zone vuote, spianare rughe e segni d’espressione, rughe e ripristinare il tono del viso in maniera efficace.
Colmare le rughe, aumentare il volume delle labbra, plasmare zigomi o eliminare cicatrici: queste sono solo alcune delle potenzialità del filler in medicina estetica. In cosa consiste il filler? Si tratta di iniezione di sostanze nel derma o nel tessuto sottocutaneo per correggere imperfezioni e ripristinare la naturale armonia del viso.
Quali sono le tipologie di filler in medicina estetica
Il successo di questo trattamento, specie nell’ultimo decennio, ha portato i ricercatori a formulare fillers sempre più sicuri e innovativi. Quali sono i più richiesti? Senza dubbio le iniezioni a base di acido ialuronico, dall’alto potere idratante e dall’effetto naturale, e a base di collagene, dal potere riempitivo. L’acido ialuronico, in particolare, distende la cute e riduce la profondità delle rughe donano un immediato effetto idratante.
Entrambe queste tipologie sono “riassorbibili” con il passare del tempo e vengono utilizzate prevalentemente per donare volume alle labbra e trattare cicatrici chirurgiche o dell’acne.
Una seconda classe è composta dai filler “sintetici” che possono essere semipermanenti (parzialmente sintetici) o permanenti (completamente sintetici).
Sebbene sia una procedura semplice, il medico che la esegue deve essere specializzato in chirurgia plastica e medicina estetica. Prima di procedere con il trattamento il chirurgo plastico effettua un colloquio preliminare per valutare le reali esigenze del paziente, la gravità dell’inestetismo da trattare e la tipologia di filler da iniettare.
Trattandosi di un intervento non invasivo, il chirurgo plastico solitamente lo esegue in regime di day hospital, quasi sempre senza sottoporre il paziente all’anestesia.